Castello di Carpineti

Anello Castello di Carpineti. Via Matildica e Sentiero Spallanzani (RE – Medio – km 10,6 – dislivello 446m)

Una passeggiata tra i boschi, su un lungo tratto di crinale con molti scorci e davanti a numerosi luoghi storici. Da segnalare anche la presenza di rocce mammellonate.

Il percorso parte dal parcheggio sul Largo Alpini a Carpineti, che si trova a due passi dal centro del paese. Il centro intorno al municipio merita una visita. Al lato del municipio c’è un mercato settimanale il mercoledì, il che lo rende ancora più accogliente. Inizialmente il nostro percorso segue l’antica Via Matildica del Volto Santo. È un cammino lungo 285 chilometri che collega due città WH Unesco, Mantova e Lucca, passando per Reggio Emilia. Porta dalle Pianure del Po, attraversando l’Appennino Tosco Emiliano, alle valli della Garfagnana. Si tratta di un cammino crocevia tra Europa e mediterraneo che portava i pellegrini a venerare il Volto Santo di Lucca, il celebre crocifisso databiletra l’VIII e il IX secolo.

Ad un certo punto giungiamo ad un bivio dove è indicata the Big Bench (la Panchina Gigante). Ciò suggerisce che è nelle vicinanze, ma non è cosi. Proprio come le proporzioni della panchina qui la scala della distanza è sproporzionata……
In alcuni punti sul percorso fino al castello si può ancora ammirare l’antico selciato della via Matildica.

Castello di Carpineti

Castello di Carpineti
La rocca di Carpineti, eretta in posizione strategica sulla sommità di una dorsale che domina le valli del fiume Secchia e del torrente Tresinaro, fu residenza della contessa Matilde di Canossa, che vi accolse papa Gregorio VII (1077). La rocca fu occupata nel tardo medioevo dalle milizie di Morello Malaspina e nel 1513 vi si installò il celebre bandito Domenico Amorotto. L’antico maniero è tutt’ora sormontato dall’alto mastio. Tutt’attorno residui delle primitive costruzioni feudali, avanzi di cortine murarie e, particolarmente interessante, la chiesa romanica di S. Andrea. Le rocce su cui è costruito il castello mostrano le belle forme rotonde di cui possiamo vedere formazioni veramente impressionanti in diversi luoghi durante questa passeggiata.

Dal Castello percorreremo un tratto su un crinale in direzione sud-ovest. Facciamo ora un tratto in cui la via Matildica coincide con un altro percorso molto noto: il sentiero Spallanzani.

Perché si chiama Sentiero Spallanzani?
Lazzaro Spallanzani, perfetta esemplificazione dello scienziato del Settecento, uomo dai molteplici interessi e curiosità, capì una cosa importantissima: per studiare i fenomeni naturali non si doveva rimanere solo sui libri, o in laboratorio, ma si doveva uscire, osservare la natura, entrare in sintonia con essa; e a questo scopo, viaggiare, camminare. In quegli anni nasceva anche l’alpinismo europeo. Spallanzani usa le mani per arrampicarsi sulle Apuane, spinto da un insaziabile entusiasmo di conoscenza e si commuove di fronte allo spettacolo autunnale di un’estate che tarda ad andarsene mentre l’aria fredda dell’inverno soffia sul viso.
Era quindi inevitabile dedicare allo Spallanzani questo sentiero, che partiva da Scandiano (ora da Reggio Emilia), dove Spallanzani nacque, e attraversa tutte le fasce vegetazionali dell’Appennino reggiano, per concludersi a San Pellegrino in Alpe, sul crinale tosco-emiliano.
Le colline scandianesi sono il laboratorio per le sue prime osservazioni naturalistiche. Le salse del Regnano sono uno dei fenomeni da lui più studiati. Tutto l’Appennino è per lui terreno fertile per ricerche e osservazioni. La Garfagnana, oltre S. Pellegrino, è la meta di viaggi perigliosi in carrozza fino a Massa.

In questo tratto oltre il crinale, percorribile in genere abbastanza agevolmente, il nostro itinerario si snoda prevalentemente nel bosco, intervallato da alcuni campi aperti. Di conseguenza, abbiamo spesso delle belle viste. Alla nostra sinistra vediamo poi le cime innevate dell’alto Appenino (scritte a dicembre). In primavera possiamo osservare in questo tratto una grande varietà di orchidee.
Nella prima parte di questo passaggio sul crinale, nelle vicinanze del castello, vediamo curiose forme erose nella roccia dagli agenti atmosferici. Ogni tanto passiamo accanto a rocce mammellonate e rocce con altre forme piuttosto bizzarre, facendone un luogo di richiamo per turismo geologico.

Rocce mammellonate

Dal castello percorriamo quasi tre chilometri oltre il crinale e arriviamo in località Crocetta. Qui svoltiamo a destra, lasciando il S.SP.
Stiamo per iniziare la nostra discesa. Camminiamo su una strada facile che rende camminare molto piacevole. Avevo scelto questa via perché volevo poter scendere senza problemi con la neve in quel momento, e si è rivelata una buona scelta.
In questa discesa di ritorno a Carpineti incontriamo i piccoli borghi Campovecchio e Regigno lungo la strada.

Campovecchio
Nucleo di interesse storico. Tra gli elementi distintivi si evidenziano alcuni sottopassi ad architrave ed in volto. L’oratorio dedicato a S. Antonio Abate già indicato nella Visita Picenardi del 1709, è dipendente della chiesa di S. Donnino di Marola. Un tempo era di patronato della famiglia Beretti di Carpineti. La facciata è a capanna. Sopra il portale, architravato, figura un concio datato “1778”; in vertice, al centro, si apre un’ampia finestra trapezoidale.
(fonte: http://www.4000luoghi.re.it/luoghi/carpineti/campovecchio.aspx )

Regigno
Comprende un palazzo signorile (Palazzo Ovi), un oratorio e fabbricati rustici disposti a corte.

Qualche dettaglio in più:
Il percorso è ideato in senso orario.
Tempo impiegato: totale = 6 ore 10 minuti di cui in movimento = 2 ore 58 minuti
Presenza di tavoli picnic: 1,5 e 8,9 km dall’inizio
Presenza di acqua potabile: 6,6 km dall’inizio (non in inverno)
Il percorso è medio dal punto di vista tecnico.
Quando sono passato c’erano neve e ghiaccio qua e là. Ecco perché ho classificato il percorso medio. In condizioni estive asciutte questa passeggiata mi sembra facile.
Presenza di segnavia bianco-rosso:
SM: km 0 > 2,5
SSP: km 1,5 > 4,4
618Y: km 4,4 > 5,6
SM: km 7,0 > fine

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