Valle del Panaro

Montese – Ambiente e Storia – l’insediamento etrusco del Lago Bracciano e l’orrido di Gea (MO – Facile – 12,2 km – dislivello 502m)

Un itinerario attraverso i bellissimi boschi nei dintorni di Montese. Oltre alla bellezza della natura, abbiamo anche l’insediamento etrusco del Lago Bracciano, la Rocca di Montese e l’Orrido di Gea come punti salienti lungo il percorso.

Il percorso inizia su Via Mingolino presso il punto informativo dell’Orrido di Gea nel comune di Castel D’Aiano. In questo luogo c’è spazio per parcheggiare un certo numero di auto ma non è un parcheggio pavimentato, quindi può essere fangoso se ha piovuto molto di recente (Ma non in modo tale che le macchine affondino. È solo un po’ fangoso quando ci camminiamo sopra).
Percorriamo un brevissimo tratto sulla via Mingolino e poi andiamo subito nel bosco. Chi presta attenzione noterà che stiamo camminando in una zona speciale con numerose specie di felci, la maggior parte delle quali sempreverdi.
Camminiamo su sentieri nel bosco a volte lastricati di massi, segno che si trattava probabilmente di vie importanti in tempi remoti.
Dopo quasi due chilometri arriviamo al primo punto di interesse del percorso: l’insediamento etrusco del Lago di Bracciano.

L’insediamento etrusco del Lago di Bracciano

L’insediamento etrusco del Lago di Bracciano
Il Lago Bracciano ebbe origine al termine dell’ultima glaciazione (tra i 12 e i 10mila anni fa) per via di una frana distaccatasi dal fronte nord del monte, frana che portò a far defluire alcune sorgenti sottostanti, creando questo bacino nei pressi del quale, tra XVIII e XIX secolo, vennero alla luce numerosi reperti archeologici.
La scoperta più consistente riguarda il rinvenimento di un gruppo di bronzetti votivi etruschi (VI-IV sec. a.C.) che permettono di identificare l’area come un importante luogo di culto legato al potere curativo delle acque.
Poco lontano scorreva e scorre ancora oggi il c.d. Rio dell’Acqua Salata, originato da una sorgente di acqua salsobromoiodica (che fino al secondo dopoguerra veniva utilizzata per la cura del gozzo): è pertanto ipotizzabile che il lago e tale sorgente fossero collegati alla presenza di un santuario etrusco, in un luogo molto vicino ad un valico appenninico, importante via di comunicazione tra l’area dell’Etruria padana e l’alta Toscana (Etruria propria).
Un tratto di queste vie transappenniniche potrebbe essere stato compreso in quella che nel Medioevo fu una sezione della Via Romea Nonantolana che da Samone (Zocca – MO) conduce a Montese (attuale sentiero 434)
Il santuario doveva trovarsi ai piedi del Montello, vicino alle sorgenti a cui il culto era dedicato e funzionale alla necessità di ristoro dei frequentatori/viaggiatori. Con ogni probabilità era di tipo ipetrale ossia un recinto sacro a cielo aperto, con struttura in ciottoli a secco simile al podio-recinto D attestato a Kainua (Marzabotto), nella valle del Reno (dalla cui officina probabilmente provenivano i bronzetti qui ritrovati).
Oggi il bacino (un tempo di circa 100 x 80 m, con una profondità di 4-5 m) è completamente prosciugato ma il suo perimetro è ancora abbastanza facilmente riconoscibile sul terreno, costellato da ontani neri, specie arboree igrofile dalle caratteristiche radici aeree.
Una delle fonti che lo alimentava è tuttora esistente e si può scorgere a monte dell’area dell’antico bacino, inserita nella rete di distribuzione di acqua potabile del Comune.
Sulla base dei dati archeologici e documentari e a seguito di un approfondito studio interdisciplinare a cura della Dott.ssa Federica Badiali che ha recuperato importanti dati geologici e chimici, nella primavera del 2015 si è concretizzato il progetto di valorizzazione culturale e storica di quest’area, a cura del Comune di Montese in convenzione con il G.A.L. (Gruppo di Azione Locale) Antico Frignano.
Il progetto ha portato alla ricostruzione di un’antica abitazione etrusca (con annesso recinto per l’allevamento degli animali) e del recinto cultuale in pietra oggetto della devozione popolare, nonostante evidenze di strutture non siano state rinvenute in quest’area.
(fonte: https://ap-pennino.com/2019/08/22/gli-etruschi-del-lago-di-bracciano/ )

Consiglierei a tutti di prendersi un po’ di tempo per dare un’occhiata qui intorno. Ci sono molti cartelli con spiegazioni e c’è molto da vedere. C’è anche la possibilità di fare un picnic.

Da qui si prosegue, dapprima ancora in salita, attraverso diversi tipi di bosco di castagne, rovere, cerro e abete.
Gli spazi aperti non mancano da questa parte, così che abbiamo regolarmente bei panorami. Quando arriviamo vicino a Montese stiamo già chiaramente scendendo, il che rende molto facile il camminare. Giunti a Montese daremo un’occhiata al castello e percorreremo la via panoramica da dove avremo una bellissima vista sulla valle del Panaro.

Castello di Montese

Il Castello di Montese
Il Castello di Montese è citato per la prima volta in un documento del 1178 e fin dal 1212 l’imperatore Ottone IV lo diede in feudo ai Montecuccoli. Nel 1697 Ferrante Montecuccoli permutò il feudo di Montese con altri beni, rimettendolo alla camera ducale. In seguito ne furono investiti dapprima il marchese Benedetto Salvatici e quindi i Malaspina.
La torre fu completamente riedificata nel 1393 ma già nel cinquecento, con le sanguinose lotte tra famiglie rivali, iniziò un lento processo di degrado del castello e da una relazione stilata dall’ingegnere ducale Antonio Vandelli, emerge che, a tale data, la rocca attigua alla torre era ormai demolita e ne rimanevano i soli muri esterni. Nel 1840, rimuovendo le macerie della rocca, fu creato l’attuale spiazzo antistante il palazzo comitale e vennero ricostruite le mura inserendovi gli spalti. Fu poi effettuato un restauro alla fine dell’800 ma i bombardamenti dell’ultima guerra compromisero pesantemente la conservazione del castello fino a quando, negli anni ’70, fu restaurato definitivamente. Ora ospita diverse collezioni fra cui è da segnalare il museo storico con raccolta di oggetti della civiltà e di reperti della seconda guerra mondiale.
(fonte: https://www.museionline.info/castelli-italiani/rocca-di-montese )

Nel tratto che camminiamo per Montese troviamo diversi punti con acqua potabile e anche una serie di bar e ristoranti. O per chi lo preferisce, ci sono anche diversi fruttivendoli. Da Montese si cammina ancora prevalentemente in discesa e per lo più su sentieri molto facili. Soprattutto nella prima parte dopo Montese abbiamo dei bei panorami sulle valli e montagne circostanti. Nell’ultima parte della camminata scendiamo un po’ più ripidamente. Ma la struttura dei sentieri è buona, e cosi anche questo ultimo tratto non è difficile da superare.

Poco prima della fine della passeggiata c’è una breve deviazione nel percorso per l’Orrido di Gea. In questo periodo dell’anno (gennaio) non ci sono foglie sugli alberi, quindi il torrente si presenta molto più bello che in altre stagioni. Per prima cosa percorriamo il sentiero sopra il torrente fino a raggiungere un ponte che attraversiamo. Si arriva quindi ai ruderi del Molino di Gea. Da questo punto è possibile camminare un po’ lungo il torrente stesso. Possiamo poi vedere che bellissimo ecosistema c’è qui con tante felci lingua di cervo e vediamo anche una delle caratteristiche conche. Quando siamo qui è anche chiaro che purtroppo si presta poca attenzione a preservare la bellezza della natura. Un genio ha avuto l’idea di tirare dei tubi di plastica per il letto del torrente, che in alcuni punti lo rende terribilmente brutto (L’Orrore di Gea). Se questo fosse un oggetto storico-culturale, questo non sarebbe mai accaduto!

Torrente Gea
Il percorso

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