Un percorso avventuroso attraverso un paesaggio con boschi estesi in cui passiamo alcune arenarie speciali, oltre al bellissimo borgo del Castello di Brandola.
Il percorso segue a tratti sentieri forestali poco utilizzati che non sono sempre facili da trovare. Il percorso è quindi non adatto ai principianti o a chi non riesce ad orientarsi bene. Un localizzatore GPS è d’obbligo. L’uso di una mappa cartacea non è un’opzione realistica per fare questa passeggiata.
Il percorso inizia presso il cimitero vicino al Castello di Brandola. Dal cimitero si percorre agevolmente la strada asfaltata fino al borgo di Castello di Brandola. Poco prima di arrivare al borgo svoltiamo a destra e seguiamo un sentiero nel bosco. Passiamo subito in una parte in cui di tanto in tanto troviamo bellissime formazioni arenarie che stimolano l’immaginazione. Il sentiero che seguiamo ha il nome “discesa di Brandola”, il che mi fa pensare che sia destinato anche alle MTB.
Dopo quasi due chilometri dall’inizio abbandoniamo il bosco e attraversiamo un paesaggio più aperto dove possiamo vedere sempre in lontananza Polinago. Superiamo alcune case e raggiungiamo il parcheggio antistante il Ponte di Ercole, costruito per dare la possibilità di raggiungere a piedi il Ponte Ercole (= Ponte del Diavolo) con poca fatica. Da questo parcheggio al Ponte del Diavolo percorriamo una comoda strada sterrata e probabilmente incontreremo anche altri escursionisti.
Misteri Modenesi – I segreti del Ponte del Diavolo.
Il Ponte del Diavolo è uno degli elementi naturali più inspiegabili del territorio modenese. Posto tra Pavullo e Lama Mocogno, il Ponte Ercole, o meglio il Ponte del Diavolo, nulla ha che vedere con un edificio infrastrutturale costruito dall’uomo. Infatti seppur la sua forma a ponte possa tendere una trappola, per la sua forma irregolare e la sua posizione in mezzo alla montagna, si tratta di un enorme monolite.
Il Ponte è alto 3 metri e lungo 33, rappresentando un’inspiegabile esempio di sviluppo della natura, tanto che i contadini montani credevano fosse opera del Diavolo. La roccia arenaria immersa in una fitta boscaglia è stata modellata a forma di arco dall’erosione e dagli agenti atmosferici, permettendo la sua percorribilità per la sua lunghezza, ma attenti a dove andate.
Infatti secondo la leggenda infilare la testa nel foro si trova in una delle protuberanze richiamerà il Diavolo che vi decapiterà. Quindi, siete avvertiti…..
Perché il ponte prende il nome dal Diavolo? Secondo la leggenda un agricoltore della zona più bassa della montagna, che doveva percorrere ogni giorni un lungo tragitto per evitare un fiume, chiese al Diavolo di costruirgli un ponte in cambio della sua anima. Satana accettò e raggiunta la vetta della montagna portò pian piano giù il monolite, ma arrivato nel luogo in cui si trova oggi vide una sabba di streghe e fu tanto preso dalla musica che non si accorse che era arrivata l’alba. Visto il Sole dovette fuggire lasciando lì il ponte.
(Fonte: https://www.modenatoday.it/cronaca/misteri-modenesi-ponte-del-diavolo-pavullo-frignano-appennino.html )
Accanto al Ponte del Diavolo troviamo ben tre tavoli da picnic, di cui uno in baita (finanziato dal Programma Regionale Leader + dell’Emilia Romagna), così da poterci sedere all’asciutto anche quando piove. Molte persone non possono resistere alla tentazione di camminare sul monolito. Chi scrive pensa che sia sconsigliabile. Primo perché è irrispettoso e può causare danni alla delicata struttura del monolite e poi anche perché non è certo una bella esperienza cadere da esso e finire al pronto soccorso.
Dopo il Ponte del Diavolo percorriamo una specie di piccolo cerchio nel bosco prima di iniziare una discesa abbastanza ripida verso il Fungo. Si tratta di una struttura molto speciale dove uno strato duro ha protetto l’arenaria sottostante e quindi ha rallentato l’erosione di questo punto risultando in una roccia a forma di un fungo (sembra un fenomeno simile a quello della Cappadocia)
Oltre il Fungo (4,7 chilometri dall’inizio) inizia un tratto in cui la navigazione non è così facile. Ci imbattiamo in un sentiero che a quanto pare è poco utilizzato e non fa parte di un percorso noto, quindi non viene eseguita manutenzione. Ci sono degli alberi qua e là sul sentiero, che possiamo fortunatamente passare senza problemi. In questo tratto è importante prestare molta attenzione al GPS e seguire esattamente la traccia registrata. Il sentiero ci porta attraverso una bellissima vallata con un’imponente arenaria proprio accanto a noi sulla destra. Chi ha tempo, deve deviare un momento dal percorso e camminare un po’ su questa arenaria per apprezzare la bellezza.
Chi scrive questo testo ha percorso questo tratto quando c’era la neve, il che rendeva molto difficile trovare il sentiero. Pertanto non è consigliabile fare questa passeggiata in tale circostanze. Poco dopo raggiungiamo un ponte sul quale sono caduti degli alberi (ma che possiamo anche passare senza problemi) e arriviamo ad una piccola cascata. Da qui il percorso è più facile da seguire e per chi guarda da vicino c’è anche una segnaletica di colore azzurro e bianco per quello che penso un tempo fosse un percorso per MTB.
Seguiamo questo sentiero in salita e quando siamo in cima arriviamo ad un bivio dove svoltiamo a destra su un’altro sentiero forestale. Anche questo sembra un percorso MTB.
Da qui attraversiamo un bel bosco un po’ in salita fino ad arrivare ad una croce. In seguito scendiamo di tanto in tanto piuttosto ripidamente. Può essere fangoso quando il terreno è bagnato, in quelle condizioni è quindi facile scivolare. Questo bel sentiero forestale scende infine nella valle del Fosso della Manuela, che seguiremo fino al Castello di Brandola.
Ora attraversiamo questo borgo ben tenuto e dovremmo assolutamente prenderci un momento per guardarci intorno. Nell’ultimo tratto da qui attraversiamo un boschetto prima di raggiungere nuovamente il cimitero da dove siamo partiti.