Un itinerario molto vario attraverso un’area con calanchi, boschi, molto spazi aperti e qualche piccolo borgo. Ci sono molti panorami. La passeggiata segue il sentiero S2 dei “sentieri ValSamoggia”
Fino ad ora, camminare in questa zona non era sempre facile perché i sentieri escursionistici a volte erano piuttosto trascurati. Una precedente passeggiata aveva rivelato che ora ci sono una serie di bei sentieri escursionistici, soprattutto nelle vicinanze di Castelletto, Tiola e Savigno. Hanno creato ben 7 percorsi a piedi e 2 percorsi per MTB. Tutto questo grazie ad un progetto in divenire realizzato grazie alla sinergia tra Proloco di Castello di Serravalle, Proloco Savigno, Proloco Bazzano, Proloco Crespellano, Proloco Monteveglio, Polisportiva Valsamoggia e Valsabike.team e con la collaborazione di CAI Bologna Ovest e Soccorso Alpino e Speleologico Emilia-Romagna.
Quindi un grande complimento a queste organizzazioni.
La passeggiata parte da un ampio parcheggio in località Castelletto, in via Giacomo Matteotti. Il parcheggio si trova proprio accanto al percorso S2, il sentiero Cento Querce. Seguiremo il percorso S2 completamente. Percorriamo un breve tratto lungo la strada principale sul marciapiede, per poi svoltare a destra su una stradina. Poco dopo questa diventa un sentiero sterrato attraverso un viottolo in una zona con molte querce. Qui si chiama Cento Querce, e sarà da qui che deriverà il nome della via.
Poco oltre arriviamo in una zona con bei calanchi. C’è un avviso che ci sono tratti esposti. Ma questo in seguito si rivelerà piuttosto esagerato. Non camminiamo mai veramente vicino agli burroni, quindi c’è nulla di cui preoccuparsi.
Calanchi
Il paesaggio dei calanchi è dovuto alla successione di piccole valli e creste erose nell’argilla. L’azione delle acque, specialmente quelle di dilavamento durante le piogge, è la principale responsabile dell’aspetto, a volte suggestivo, di queste rocce. Dove la vegetazione si è insediata e nelle valli ai piedi delle creste calanchive, si è sviluppato il bosco o l’uomo ha impiantato le sue colture.
La flora dei calanchi è composta di specie pioniere, rustiche e resistenti alla povertà del suolo argilloso, principalmente erbe tra cui diverse graminacee, il vilucchio, la carota selvatica, la sulla con i suoi caratteristici fiori rossi e in questa stagione (ottobre – novembre) l’astro spillo d’oro. In primavera ci sono numerose specie di orchidee. Tra gli arbusti vanno ricordati l’olivello spinoso, le rose selvatiche ed i rovi, mentre tra gli alberi è presente la roverella. Intorno a Tiola, dove il suolo è più fresco per la presenza di sabbie, compaiono anche i carpini ed i castagni. Sulle erbe semi-aride dell’estate troviamo l’ambiente adatto a grilli e cavallette il cui canto è parte di questa stagione. Tra gli uccelli è presente la starna, il fagiano, l’averla caporosso che infilza le sue prede sugli spini usati come dispensa e il culbianco. La passeggiata dei calanchi consente di visitare un ambiente ricco di situazione naturali che nel contrasto tra l’arido delle creste argillose, le pozze stagnanti ed il fresco dei boschi trova il suo fascino paesaggistico.
Questo primo tratto lungo i calanchi passa sopra una specie di crinale. Di tanto in tanto attraversiamo un pezzo di bosco e abbiamo la vista di un’altra vallata, quella del torrente Ghiaietta. Sulle colline che lo costeggiano ci sono molti vigneti.
Questo alla fine ci porta a Tiola, dove troviamo due aree picnic vicino alla chiesa. C’è anche l’acqua nel cimitero (inverno – no) quindi è un ottimo posto per un pranzo a sacco. Superata la chiesa si prosegue su un sentiero naturalistico che scende abbastanza ripidamente, ma ci sono dei gradini dove necessario, quindi non è proprio difficile percorrerlo.
Questo sentiero conduce a Lama.
Lama.
Lama è un antico insediamento dotato di una fontana e di un lavatoio, composto da abitazioni rurali tutte della stessa tipologia, con l’ingresso al primo piano, ancora oggi conservate pressoché intatte nella struttura originale. Questo nucleo agricolo, posto al di sotto della collina di Tiola, è interessante sopratutto per la disposizione e l’aggregazione degli edifici, che corrisponde in gran parte con quella riportata nel Catasto Gregoriano del 1825.
“Lama” è un toponimo ampiamente diffuso in età altomediovale, che indica la presenza di stagni e sorgenti, o più in generale luoghi particolarmente ricchi di acque. Nei campi circostanti sono ancora osservabili siepe di confine e “piantate”, costituite da filari di vite sostenuti da alberi da frutto, alternati a campi coltivati.
Dopo Lama la nostra strada attraversa un’area aperta con praterie con spesso belle viste. Il S2 seguirà poi la Piccola Cassia, un percorso storico. Entriamo quindi nella valle del Torrente Ghiaietta, dove vedremo sulla nostra destra alcune belle zone calanchive.
Attraversiamo questo torrente con un ponte e poi proseguiamo per un tratto con vigneti e bosco. Saliamo fuori dalla valle e quando siamo in cima seguiamo una stradina che offre una bella vista su un’altra valle ancora, quella del Torrente Ghiaie di Monteorsello. Il panorama è inoltre dominato dall’imponente chiesa di Sant’Apollinare.
Questo ci riporta a Castelletto. Nelle vicinanze del nostro punto di partenza passiamo alcuni bar e ristoranti.